Un congresso sulla Divina Volontà, ovvero sull’UNITÀ
Padre Pablo Martin Sanguiao
31 Ott. -2 Nov. 2025. Un congresso sulla Divina Volontà, ovvero sull’UNITÀ in Orlando, Florida, SUA
Cari fratelli, anche in Cielo la Santissima Trinità sta facendo un congresso sulla loro Divina Volontà
per celebrare la loro unità in un unico Volere. Tutti siamo invitati a partecipare, come partecipano
tutti gli Angeli e i Santi, in primo luogo la nostra Mamma Celeste e con Lei “la piccola Figlia”.
Sono trascorsi ormai più di 30 anni dall’apertura della Causa di beatificazione di Luisa Piccarreta
e più di 100 da quando lei raccontò la misteriosa visione del lungo cammino che ha dovuto percorrere
insieme a Gesù, e ad un certo punto lei domandò: “Quanta altra via ci resta?” e Lui disse: “Altre cento
miglia”. Era il 22 Marzo 1924 (volume 16°). “…E così ‒dice Luisa‒ finché siamo giunti in città”.
Penso che tutti conoscete o ricordate quel brano. E a parte ogni possibile interpretazione, mi sembra
un fatto il dilagare dappertutto, soprattutto a partire dall’anno scorso, della Notizia della “Divina
Volontà” e del nome di Luisa. In qualche modo si avverte che sta ormai “arrivando in Città” e la Chiesa
deve prendere atto. Si spande come macchia d’olio e si moltiplicano i gruppi, in particolare per fare
insieme “le Ore della Passione”… Così vengo a sapere, per esempio, di centinaia di suore in Tanzania
che regolarmente le fanno, mentre un caro Arcivescovo di quella nazione sta traducendo i volumi del
“Libro di Cielo” nella loro lingua, il swahili. Lo stesso avviene in Romania e in Polonia. Ormai è sorto
“il Sole”, e chi lo può fermare o controllare?
Chi di noi può guardare il sole? Chi di noi ha visto il Signore come lo vedeva Luisa? Ma tutti
dovrebbero poter vederlo di riflesso in noi. La Fede entra dall’udito, ma prima ancora dagli occhi:
“Gesù, che chi mi guardi ti veda, chi mi ascolti ti senta, chi mi cerchi ti trovi”, in modo da poter dire
come Lui: “chi vede me, vede Colui che mi ha mandato” (Gv 12,45). Tutti dovrebbero poter vedere la
testimonianza della nostra vita, prima ancora di sentire quello che diciamo o di leggere quello che diamo.
È grande la nostra responsabilità, per non dare con il nostro comportamento una controtestimonianza di
ciò che diciamo. Luisa aveva scritto nella sua anima y nella sua vita quello che dopo scriveva nei suoi
quaderni.
Solo Dio conosce ogni cuore e questo espandersi il grande Annuncio è per Lui motivo di tanta gioia
in mezzo a tanto dolore. Anche per noi lo è, ma vedere questo, più che un trionfalismo è un richiamo alla
nostra responsabilità: “A chi molto è stato dato molto sarà chiesto”. La Divina Volontà non finisce in
noi o nel nostro gruppetto: nessuno si deve fermare in noi ma, come disse San Giovanni il Battista: “Egli
deve crescere, io invece diminuire” (Gv 3,30).
Come la Volontà di Dio è Una, così il suo Atto, il suo Progetto eterno è Uno: tutto quello che è uscito
da Dio deve ritornare a Dio, si deve chiudere il cerchio, e Lui ha voluto che questo dipenda anche da noi.
Non per caso la parola “Universo” significa “verso l’Uno”.
Si dice: “tutti per uno, uno per tutti”, e noi possiamo aggiungere: “tutti in Uno, Uno in tutti”!
Questo è il Progetto di Dio, il suo “sogno d’amore”. E si realizzerà!
Ognuno di noi è unico davanti a Dio. Ognuno è venuto al mondo da solo y quando sarà l’ora se ne
andrà da solo: e gli altri? Che quando ci presenteremo davanti a Lui e ci domandi: e gli altri, dove sono?,
possiamo rispondere: “Eccoli qui, Signore, porto tutti in me, non manca nessuno, rispondo per loro”.
Questa è l’unità nella quale desidera vederci, unità nella diversità di ognuno, unità nello spirito, che
non è un’associazione con norme. “Dov’è lo Spirito del Signore, lì c’è la libertà” (2a Cor 3,17)
Dopo l’ultima Cena, Gesù pregò il Padre, insistendo su quello che tanto Gli sta a cuore: la nostra
unità nella Verità, e disse: “Padre Santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano
una cosa sola, come Noi… Non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi
non sono del mondo, come Io non sono del mondo. Consacrali nella Verità. La tua parola è Verità. Come
Tu mi hai mandato nel mondo, anch’Io li ho mandati nel mondo; per loro Io consacro Me stesso, perché
siano anch’essi consacrati nella Verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro
parola crederanno in Me; perché tutti siano una sola cosa. Come Tu, Padre, sei in Me e Io in Te, siano
anch’essi in Noi una cosa sola, perché il mondo creda che Tu mi hai mandato. E la gloria che Tu hai
dato a Me, Io l’ho data a loro, perché siano come Noi una cosa sola. Io in loro e Tu in Me, perché
siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che Tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato Me.
Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con Me dove sono Io, perché contemplino la mia
gloria, quella che mi hai dato; poiché Tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto,
il mondo non ti ha conosciuto, ma Io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’Amore con il quale mi hai amato sia in essi e Io
in loro” (Gv 17,11 e 15-26).
L’unità dei suoi figli rimane come l’ideale di Dio, il suo Progetto d’amore: Un solo corpo, un solo
spirito ‒come dice San Paolo‒, un solo Volere, quello di Dio. Unità, che non significa uniformità né
annullamento delle persone. Per questo dice Luisa nel suo 19° volume, il 15 Maggio 1926:
“Stavo pensando: se la creatura non si fosse sottratta dalla Suprema Volontà, sarebbe stata una la
santità, una la bellezza, una la scienza, una la luce e per tutti la stessa conoscenza del nostro Creatore.
Ora, mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù (già mi sembra che è Lui stesso che fa sorgere i pensieri
nella mia mente, qualche dubbio e difficoltà, per avere occasione di parlarmi e farmi da Maestro) mi
ha detto:
“Figlia mia, tu ti sbagli, la mia Sapienza non si adatterebbe a formare una sola santità, una sola
bellezza, a comunicare una sola scienza e a tutti la stessa mia conoscenza; molto più che, essendoci
sommo accordo tra la mia Volontà e la loro, il regno della mia Volontà avrebbe avuto libero il suo
campo d’azione. Quindi sarebbero stati tutti santi, ma distinti l’uno dall’altro; tutti belli, ma variati,
una bellezza più bella dell’altra e, a seconda [del]la santità di ciascuno, dovevo comunicare una
scienza distinta. Con questa scienza, chi doveva conoscere di più un attributo del loro Creatore, chi
più un altro.
Tu devi sapere che per quanto possiamo dare alla creatura, appena prende le goccioline del suo
Creatore, tanta è la distanza tra Creatore e creature, e sempre abbiamo da dare cose nuove e distinte.
E poi, se la Creazione fu creata da Noi per dilettarci, dove sarebbe stato il nostro diletto se avessimo
formato una sola santità della creatura, dato una sola bellezza e una sola conoscenza del nostro
Essere incomprensibile, immenso ed infinito? La nostra Sapienza si sarebbe seccata di fare una sola
cosa. Che si direbbe della nostra Sapienza, Amore e Potenza, se nel creare questo globo terrestre
avessimo creato tutto cielo, oppure tutto terra, o tutto mare? Quale gloria sarebbe stata la nostra?
Invece, la molteplicità di tante cose da Noi create, mentre decanta la Sapienza, Amore e Potenza,
dice pure la molteplicità della santità e bellezza in cui dovevano sorgere le creature, per amore delle
quali esse furono create.”
Il nemico infernale, “colui che divide”, nemico della pace, cerca di distruggere l’opera di Dio,
dividendo e mettendo tutti contro tutti. Ma niente potrebbe, se non ci fosse anche il nostro proprio volere
umano, che si manifesta in tanti modi. Quindi, con San Paolo dico (e sembra scritto proprio per noi!):
“per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è
conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo
la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste
membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo
in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo pertanto doni diversi
secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura
della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; chi
l’esortazione, all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi
fa opere di misericordia, le compia con gioia. La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore,
attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.”
(Rom 12,3-10).
Per concludere, con San Paolo “vi esorto a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete
ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di
conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come
una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore,
una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo
di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,1-6).
Questo è il mio migliore augurio, per voi e per me.
Con il mio saluto fraterno in comunione, in Voluntate Dei
- Pablo Martín Sanguiao

